Gelsomino
Fiori di gelsomino si sono aperti come stelle sui rami:
righe rosse vi brillano
come guance di fanciulla
raggiunta da un bacio.
AL-Mu’tadid
Il Gelsomino, Re dei Fiori, insieme alla sua consorte, la Rosa, la Regina dei Fiori, è esaltato nelle sue virtù fin dalla Notte dei Tempi.
Arbusto rampicante appartenente alle Oleacee, che può raggiungere anche i 10 metri; ha foglie verde scuro lucente e fiori bianchi profumatissimi che sbocciano continuamente da giugno ad ottobre.
Viene dai Paesi Arabi, dall’estremo oriente, India, Cina, e cresce rigoglioso in tutte le fasce calde temperate del Mediterraneo.
Tutta la letteratura orientale, persiana ed araba, è impregnata del sublime profumo del gelsomino, fragranza magica ed erotica, fiore di Vishu, dei luminosi giardini indiani che fanno da sfondo agli amori incantati di uomini e dei, e alle storie de Le Mille e una Notte.
Presente nei poemi di Omar Khayyan, è conosciuto come il fiore che simboleggia l’Amore divino, e dalle innumerevoli virtù officinali: i Persiani offrivano il famoso olio di gelsomino agli invitati nei loro banchetti, e presto conquistò anche gli antichi Greci e Romani.
Fiori e foglie di gelsomino erano impiegati nelle farmacopee popolari anche per calmare ansie, mal di testa, mal di gola, e d’orecchie, per trattare le tumefazioni del seno e persino contro i morsi degli scorpioni.
Il primo a coltivare il Jasminum officinalis o ‘gelsomino comune’ (originario dell’Iran, della Cina e dell’India) in Italia fu Cosimo dei Medici, che ne proibì la coltivazione fuori dai suoi giardini, finché il Jasminum sambac o ‘gelsomino d’Arabia’ non fece il suo ingresso in Calabria e Sicilia, dove iniziò ad essere coltivato con successo, ad uso profumeria.
In Italia si coltivano anche il Jasminum grandiflorum originario dal Nepal noto come ‘gelsomino di Spagna’ o ‘gelsomino di Sicilia’, ha fiori grandi e dal profumo intenso, mentre il Jasminum nudiflorum (gelsomino di San Giuseppe), dà fiori dal tipico colore giallo, ma non profumati e tossici.
Esistono anche altre varietà interessanti: il Jasminum polyanthum, originario della Cina, noto come ‘gelsomino bianco’, fiorisce anche d’inverno e in primavera producendo numerosi fiori bianchi esternamente rosati e profumati.
Il Gelsomino notturno e l’Amore Divino
Sebbene il nome Jasmine derivi dal persiano yasameen (“dono di Dio”) o ya-samn, che significa fiore bianco, attraverso l’arabo e il latino, è apparso per la prima volta nella poesia indù come Moonlight of India (Luce della Luna dell’India), ma è stato spesso definito come un Fiore della Notte perché il suo profumo permea l’aria della sera.
Il nome hawaiano è pikake, il fiore di pavone, così chiamato per la predilezione della principessa Kaiulani sia per il fiore che per i pavoni bianchi.
Il gelsomino è un simbolo della Luna, ed è per questo che è anche conosciuto come Moon Flower (Fiore della Luna) e si dice di rappresentare i misteri della notte.
Si tratta di un fiore sacro per le persone che vivono in Asia. Gli indù intrecciano insieme i fiori di gelsomino per formare ghirlande da donare ai loro più venerabili ospiti.
Una leggenda in Toscana narra che un nobile (forse lo stesso Cosimo De Medici), in passato, era talmente ansioso di essere l’unico possessore di un’arbusto con fiori così affascinanti e così rari, che pagava rigorosamente il suo giardiniere affinché non desse un solo rametto, o anche un solo fiore, a nessuno.
Il giardiniere avrebbe potuto essere fedele se non avesse amato… ma, essendo legato ad una bella fanciulla, si presentò con un mazzo di fiori al compleanno di lei e, per renderlo più accettabile, lo decorò con un rametto di gelsomino.
La fanciulla, per preservare la freschezza di quel bel fiore sconosciuto, lo mise nella terra, dove rimase verde fino al ritorno della primavera, quando rigermogliato, rifiorì e si ricoprì di fiori (traendo così profitto dalle lezioni di giardinaggio del suo amante), e coltivò il suo gelsomino pregiato con cura, il quale ampiamente la ripagava con la sua rapida crescita.
La povertà dei due amanti era stata un motivo per la loro unione… Ella però aveva accumulato una piccola fortuna con la vendita di talee dalla pianta che l’amore le aveva dato, fortuna che conferì a lui, con la mano, al giardiniere del suo cuore. In ricordo di questa avventura, le ragazze giovani, in Italia, portano nel loro giorno delle nozze, un bouquet di gelsomino.
C’è anche un proverbio che recita anche in India: La donna che è degna di indossare un bouquet di gelsomino è un buon portafortuna per suo marito.
I fiori di gelsomino sono spesso intrecciati ai fiori per la sposa nei matrimoni: questa usanza si dice promettere alla coppia le briglia per un amore profondo e duraturo per l’eternità.
Infatti è la dea induista Lakshmi, figlia del mare, e sorella della luna, che possiede tutte le spose, in qualità di devi dell’abbondanza, della luce, della saggezza e del destino, ma anche (secondariamente) della fortuna, della bellezza e della fertilità.
Lakshmi, come consorte di Vishnu, è anch’ella decorata con la ghirlanda di gelsomini degli sposi.
Il mito vuole che sia la Madre dell’Universo (nella sua duplice manifestazione di Bhudevi – aparam prakriti, Madre Terra, ovvero rappresentazione della totalità del mondo materiale o energia – e Sridevi – quale mondo spirituale o energia, prakriti), oltre che la sposa (Shakti) di Vishnu: Lakshmi è il potere del dio Vishnu.
Ha otto manifestazioni secondarie: la sua prima manifestazione, l’abbondanza di santità, l’abbondanza di cibo, coraggio, ricchezza, progenie, vittorie, conoscenza e denaro.
In relazione al gelsomino e al raggio lunare, ovviamente la dea si manifesta nelle sue prerogative di dea della fecondità, mentre in relazione al suo raggio gioviale troviamo le prerogative dell’abbondanza in generale.
Lakshmi è madre di Kama, deva dell’Amore.
Il gelsomino profumato è infatti l’emblema del dio indù dell’amore, Kama, oltre che uno dei simboli di Inanna/Astarte /Afrodite/Venere, la grande Dea dell’Amore, delle regioni mediterranee in tempi antichi, di Sumer, di Assur, di Babilonia, ecc..
Si diceva che i cinque petali del fiore rappresentino le cinque dita bianche e profumate della Dea; ovviamente non sfugge il richiamo alla simbologia della stella a cinque punte della dea Venere che è il risultato del disegno orbitale del pianeta Venere intorno al Sole, pianeta che definisce anche la durata della gravidanza.
Da qui il potere “terapeutico” del gelsomino, dotato anche di raggio venusiano, capace di aiutare le partorienti.
Come Lakshmi era madre di Kama, Afrodite/Venere era madre di Eros/Cupido.
D’altronde il gelsomino officinalis richiama anche nella forma dei suoi fiori, le frecce di Cupido e quelle di Kama deva.
Nel corso della storia, il gelsomino è stato venerato per le sue qualità afrodisiache e conosciuto come pianta d’Amore con una grande influenza sia sugli uomini che sulle donne.
Indossare il gelsomino nel giorno del matrimonio sembrerebbe garantire, non solo in India, la sua protezione sulla coppia e l’amore eterno.
Il gelsomino come pianta a segnatura lunare
Il gelsomino è una delle piante a segnatura lunare, ovvero dotata di raggio lunare, per eccellenza.
Le proprietà terapeutiche delle piante governate dall’astro lunare sono quelle rinfrescanti, emollienti, ammorbidenti, idratanti, purificanti, sedative, depurative, decongestionanti e particolarmente attive sugli organi riproduttivi femminili, perché la Luna [1] è Yin, quindi il principio lunare per eccellenza si esprime sugli organi della riproduzione femminile, sull’attività ovarica e sulle attività uterina, perchè l’energia del Cancro (segno governato dalla Luna) rappresenta, come anche il suo glifo, “energia ruotante”, dell’ovulo al momento del concepimento [2].
L’immagine della Grande Madre legata al segno, simboleggia l’accordata protezione al frutto del concepimento, dall’inizio della gestazione fino alla nascita.
Corrispondenze anatomiche lo stomaco, lo spazio addominale, il cardias, il piloro, la parte superiore del duodeno, il pancreas esocrino, l’utero, le mammelle durante l’allattamento, la muscolatura liscia, il connettivo lasso, le cartilagini elastiche, il feto, la placenta.
Corrispondenze fisiologiche nutrizione, accrescimento fisiologico, incubazione, ritmi circadiani e circamensili, gestazione, cicli riproduttivi femminili, allattamento.
In generale una pianta dotata di segnatura lunare offre il beneficio terapeutico di essere collegata ad un’energia lenta e dilatante, nutritiva ed espansiva, con effetti raggiolunari.
L’olio essenziale di Gelsomino
Proprietà: Antidepressivo, ansiolitico, rilassante, calmante, cicatrizzante, tonico uterino, afrodisiaco, emmenagogo, antispastico, spasmolitico, antiprolattinico, galattofugo o galattagogo, eudermico.
Indicazioni: ansia, affaticamento, depressione, diminuzione del desiderio e astenia sessuale, dismenorrea, tosse, spasmi muscolari e uterini, preparazione al parto, ipersecrezione lattea, dermatosi, disidratazione cutanea, cura della pelle.
Costituenti chimici: indolo, benzilacetato, jasmone, linalolo, geraniolo, jasmonato di metile, alcol benzilico, antranilato di metile o methyl antranilato (MA), acetato di linalile, acetato di stirolile, cis-3-esenile, cis-3-hexnyl benzoato, cis-3-hexnol, jasmone cis, linalolo, salicilato di metile, benzile benzoato, α-franasene, α-cadinol e β-elemene.
Associazioni: arancio amaro, bergamotto, limone, neroli, patchouli, rosa, sandalo, salvia sclarea.
Avvertenze: l’assoluta è solo per uso esterno, da usare in quantità minime per evitare effetti contrari a quelli desiderati. Da evitare in caso di mestruazioni troppo abbondanti.
L’essenza di gelsomino si estrae dalle varietà officinale, grandiflorum o “gelsomino di Spagna” e sambac o “Granduca di Toscana” e si estraeva, in passato con il lungo e costoso metodo dell’enfleurage, riservato ai fiori più delicati.
Oggi tale metodo è stato sostituito, a causa del suo costo proibitivo, con l’estrazione mediante solventi come l’esano, l’etere di petrolio e il tetracloruro di metile. Questi vengono poi eliminati con un’altro processo che porta alla formazione della concreta, una massa di viscosa dal colore rosso-marrone scuro e dal profumo pesante. Dalla concreta sciolta nell’alcol, si ottiene, infine l’assoluta di gelsomino al 50%, cioè l’olio essenziale rossastro, forte e dolce, comunque raro e costosissimo, impiegato in aromaterapia per uso esterno.
Si produce anche l’attar, concreta di olio essenziale in olio di sandalo, l’olio cosiddetto assoluto, dalla consistenza vischiosa e dal profumo intenso e pesante.
Come pianta della Luna, il gelsomino è un’essenza globale dedicata in modo particolare alle donne; il suo campo d’azione elettivo si estende all’interno del sistema neurovegetativo: governando il sistema nervoso parasimpatico sviluppa quel tipo di intuizione che conduce alla saggezza, e traducendosi sul piano fisico in un effetto rilassante, tonico, regolatore soprattutto sull’apparato genitale femminile.
Afrodisiaco di vasta e antica fama, che risuona ancora oggi e con giusto merito: la fragranza calda e sensuale si espande a contatto con la pelle, nel massaggio o nell’acqua del bagno, infonde fiducia in se stessi, ha effetto rilassante, contribuisce a dissipare e dissolvere le tensioni e le paure che spesso imprigionano la sessualità, nella frigidità e nell’impotenza. Massaggi lombari e addominali con l’aggiunta di altre essenze complementari saranno benefici in entrambi i casi.
Il gelsomino agisce prevalentemente come tonico della sfera emotiva e di quella sessuale: in un massaggio o nell’acqua del bagno ha l’ambivalenza e potere di sedare le tensioni e di stimolare una reazione positiva agli stati di apatia e di sfiducia, risollevando il morale e ritemprando lo spirito.
A livello dell’apparato genitale, soprattutto femminile, questo si traduce in un’azione tonificante sull’utero e calmante dei dolori mestruali, nella capacità di stimolare il flusso quando sia troppo scarso (da evitare in caso di mestruazioni abbondanti): in bagni, massaggi e semicupi, è un provato rimedio contro gli spasmi e i crampi del bacino negati al ciclo mestruale, e stimola il deflusso di sangue in caso di mestruazioni insufficienti.
Ha il potere di favorire le contrazioni e la dilatazione al momento del parto; in massaggi durante la gravidanza allevia i dolori della zona sacrale, distende le contrazioni delle membra e riscalda; nell’imminenza del parto aiuta la dilatazione favorendo le contrazioni uterine, e subito dopo, rende più facile recuperare le forze e il morale.
Per la pelle invece è un’essenza sovrana, come la rosa: ha potere idratante, rinfrescante, distensivo, previene le rughe, ravviva. Andrebbe aggiunta tutte le creme per il viso e agli oli per il corpo, perché è un vero trattamento di bellezza, e di salute, distensivo e corroborante, che trova di rado confronti. Ne bastano minime quantità, poichè si ha un effetto migliore quanto più il profumo è delicato.
L’essenza di gelsomino è efficace anche per sedare la tosse e curare le malattie da raffreddamento, ma dato il suo costo, si può benissimo sostituire con altre ugualmente valide.
Ha lo svantaggio di essere molto costosa, ma il pregio di venire usata in piccolissime dosi, essendo un olio assoluto; bisogna ricordare che ad una maggiore quantità non corrisponde affatto un maggior beneficio, anzi, si rischia di ottenere l’effetto opposto a quello desiderato.
L’essenza di gelsomino, tuttavia, non presenta alcuna tossicità, neppure a dosi elevate.
Il Gelsomino e la sua funzione antidepressiva e analgesica
Ancora oggi, come nelle favole persiane, il profumo di gelsomino disegna un’aura magica e misteriosa intorno agli amanti.
Molti profumi sono miscele edonisticamente complesse, composte da sostanze gradevoli e sgradevoli. L’essenza naturale di gelsomino è un esempio calzante di mescolanza di molecole sensorialmente discordanti, in quanto contiene sia sostanze piacevoli, come alcol benzilico dal leggero sentore floreale e dolce, antranilato di metile o methyl antranilato (MA), linalolo, acetato di linalile, acetato di benzile, acetato di stirolile, descritto come fragranza “sognante ed eccelsa”, e, anche se presenti in piccolissime quantità, sostanze repulsive come l’indolo e lo scatolo. [3]
Più prosaicamente: l’essenza di gelsomino, come altri profumi euforizzanti, erogeni e narcotici, non opprime ma apre, rinfresca, libera la mente, stimola direttamente l’ipotalamo a produrre leu-encefalina, una sorta di oppioide endogeno che agisce come potente anestetico che, inibendo in una certa misura il dolore, favorisce uno stato di benessere fisico e mentale e di felicità.[4]
Perciò, di fronte a problemi, sofferenze interiori, ansie della mente e del cuore, si può in parte dissolvere il malessere seguendo l’ispirazione che offre il profumo del gelsomino, che avvolgendo nella sua fragranza, consente di ritrovare quel senso di pienezza interiore ed il fiducioso senso di sé che porta a superare depressione, apatia, pessimismo paralizzante e a risvegliare la bellezza, dentro e intorno a noi. A poche altre essenze come questa, sono accessibili porte così profonde.
L’effetto calmante e sedativo del sistema nervoso centrale, con conseguente abbassamento del battito cardiaco, e innalzamento delle alte frequenze (effetto rivitalizzante), è dovuto alla presenza del Linalolo (Kuroda et al. 2005).
Il Gelsomino “antifungineo” inibisce la Candida albicans
L’Indolo è ampiamente distribuito nell’ambiente naturale e può essere prodotto da una varietà di batteri, quale molecola di segnalazione cellulare: alcuni batteri intestinali come l’Escherichia coli, il Plesiomonas shigelloides, Enterococcus faecalis, trasformano il triptofano in indolo; ciò significa che la presenza di indolo nell’intestino definisce alcuni aspetti della fisiologia batterica, inclusi la formazione di spore, la stabilità plasmidica, la resistenza ai farmaci , la formazione di biofilm e la virulenza.[5]
L’indolo è una molecola di segnalazione intracellulare, prodotto da un numero di batteri intestinali che metabolizzano il triptofano: la biosintesi di triptofano (precursore del neurotrasmettitore serotonina) è realizzata, in ultima istanza, dall’enzima triptofano sintasi, che catalizza l’aminoacido serina e l’indolo, per cui la produzione di indolo è repressa quando i livelli di triptofano sono bassi (Yanofsky et al., 1991; Gong & Yanofsky,
2002).
Un percorso catabolico del triptofano è sfruttato dai Lattobacilli commensali e dal mammifero ospite, per aumentare la forma fisica, in risposta alla Candida albicans, inducendo così meccanismi di resistenza e tolleranza dell’immunità antifungina [6]: succede così che la presenza di Lattobacilli “in forma” producono indolo e ciò comunica alla candida che è presente il Lactobacillus in grado di inibirla [7].
Come dire che una quantità alta di indolo “comunica” ai batteri un’alta quantità di triptofano, quindi potenzialmente serotonina; la candida, invece, produce etanolo dal glucosio, che è depressivo del sistema nervoso centrale, producendo similmente gli effetti di una sbronza.
Secondo uno studio del 2012 [8], l’indolo, presente nel gelsomino, inibisce la crescita della Candida albicans, inibisce la formazione del suo biofilm che la rende farmaco-resistente e distrugge il biofilm preesistente, e, non per ultimo, l’indolo e il suo derivato indolo-3-acetonitrile (IAN), attenuano la virulenza fungina regolando la trascrizione di NRG1, un fattore trascrizionale che influenza filamentazione e formazione di biofilm della Candida albicans. [9]
Utilizzi
- Gelsomino Sambac utilizzato insieme al tè verde o tè bianco , è alla base del famoso il tè al gelsomino , consumato moltissimo in Cina e non solo.
- Il soprintendente alla spezieria di Cosimo de Medici a Firenze, Francesco Redi, custodiva gelosamente la ricetta della cioccolata con l’odore dei gelsomini.
- L’olio essenziale (assoluta) di gelsomino non è commestibile, ma si usa in diluizione con oli per massaggi, nel diffusore e per arricchire creme.
- Sciroppo al gelsomino
Ingredienti:
– 4 parti d’acqua (es. 4 bicchieri);
– 3 parti di zucchero;
-3 parti di fiori bianchi di gelsomino sambac o officinalis;
– 1/2 parte di alcool etilico 95° (es. mezzo bicchiere);
Preparazione:
dopo aver sciolto lo zucchero nell’acqua e lavato i fiori, unire il tutto e cuocere a fiamma bassissima per 30 minuti.
Lasciar in infusione per 12 ore, quindi filtrare, spremere bene i fiori e refrigerare.
Si aggiunge quindi l’alcool per conservare la bevanda, in misura minima del 5%.
- Diverse cold creams utilizzano l’o.e. di gelsomino come riattivatore di bellezza maschile e femminile;
Ingredienti:
– burro di karitè 30 gr
– olio di jojoba o mandorle dolci 10 gr
– olio di rosa mosqueta, germe di grano, boraggine o riso (a seconda del tipo di pelle e della funzione desiderata) 10 gr;
– oli essenziali: sandalo 4 gtt, arancio amaro 4 gtt, gelsomino 2 gtt; variante olio delle fate: gelsomino 2 gtt, ylang ylang 2 gtt, limone 1gtt, cannella 1 gtt, rosa 2 gtt, petit grain 1 gtt; variante dolcissima: ylang ylang 5 gtt, arancio dolce 2 gtt, sandalo 1 gtt, gelsomino 2 gtt;
…
E s’aprono i fiori notturni,
nell’ora che penso a’ miei cari.
Sono apparse in mezzo ai viburni
le farfalle crepuscolari.
Da un pezzo si tacquero i gridi:
là sola una casa bisbiglia.
Sotto l’ali dormono i nidi,
come gli occhi sotto le ciglia.
Dai calici aperti si esala
l’odore di fragole rosse.
Splende un lume là nella sala.
Nasce l’erba sopra le fosse.
Un’ape tardiva sussurra
trovando già prese le celle.
La Chioccetta per l’aia azzurra
va col suo pigolio di stelle.
Per tutta la notte s’esala
l’odore che passa col vento.
Passa il lume su per la scala;
brilla al primo piano: s’è spento . . .
È l’alba: si chiudono i petali
un poco gualciti; si cova,
dentro l’urna molle e segreta,
non so che felicità nuova.
Giovanni Pascoli, Il gelsomino notturno.
Fonti:
– wikipedia, Gelsomino
– Mara Bertona, Il grande libro dell’aromaterapia e aromacosmesi, Ed. Xenia
– Luca Fortuna, Aromaterapia per l’anima, ed. Xenia
– Susanne Fischer-Rizzi, Profumi celestiali. Guida all’aromaterapia, Tecniche nuove
– Renata Rusca Zargar, Pietre e piante, influssi benefici, Abel Books.
– T. K. Lim, Edible Medicinal and Non Medicinal Plants, Volume 8: Flowers, Springer
– Ricetta sciroppo di gelsomino: il calderone di Marinella
[1] La Luna è domiciliata nel segno del Cancro: elemento d’ Acqua, femminile, qualità cardinale, luogo di esaltazione di Giove – funzione lunare nutritiva -, di esilio di Saturno (l’Acqua del Cancro scioglie l’elemento Terra di Saturno) e Urano – funzione lunare emolliente, fluidificante ed idratante – , caduta di Marte (l’Acqua del Cancro spegne l’elemento Fuoco di Marte) – funzione lunare disinfiammante. L’energia del Cancro porta a maturazione elementi vitali attraverso la custodia, protezione, nutrizione ed accrescimento. La luna ha la sua esaltazione in Toro – funzione lunare depurativa e cosmetica -, caduta in Scorpione – disfunzioni nei ritmi circadiani e circamensili legati alla fecondità – ed esilio in Capricorno – disfunzioni legate alla fertilità e agli organi riproduttivi e alle ossa.
[2] Adriana Rampino Cavadini, Astrologia medica, pag. 147: “Il glifo del segno del cancro rappresenta due piccoli cerchi con l’appendice curva che disposti a testa-piedi, danno l’impressione di una massa ruotante; è qualcosa che somiglia al geroglifico del Tao, che simboleggia due forze opposte e complementari, Yin e Yang. Come giustamente ha osservato Sicuteri (Astrologia e Mito) si tratta certamente di due centri di energia ruotante o dell’immagine di due germi vitali che ruotano uno attorno all’altro. Si può dire anche di più circa il glifo del segno: è noto da poco tempo che l’nuovo maturo già nelle tube femminili, quando viene raggiunto dagli spermatozoi (che sono piccolissimi se paragonati alle dimensioni dell’oocita), inizia a girare vorticosamente su se stesso determinando proprio un effetto di energia rotante.”
[3]Fonte: http://www.extrait.it/il-gelsomino-dalla-natura-con-amore/
[4]Il metilantranilato contenuto nell’olio essenziale di Gelsomino, è risultato attivo sul TRPA1 dei polli, recettore del dolore. Sostenze antagoniste TRPA1, sono efficaci nel bloccare comportamenti dolore indotto da infiammazione.
[5]Fonte: http://www.researchgate.net/profile/Jintae_Lee/publication/41011799_Indole_as_an_intercellular_signal_in_microbial_communities/links/543bad6c0cf2d6698be30f08.pdf
[6] Fonte: http://link.springer.com/article/10.1007%2Fs00281-014-0464-2
[7] Fonte: http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3255670/
[8] Fonte: http://www.academicjournals.org/article/article1380719716_Raut%20et%20al.pdf
[9] Fonte: http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/22726313