Lo sapevi che le piante hanno memoria e sentimenti?
Potete non crederci ma vi assicuro che c’è chi parla alle piante, e persino chi crede di poter ricevere risposta da esse. Sono comportamenti animistici, viziati da una visione antropomorfica della natura diffusa nel pensiero new age. Può sembrare surreale, eppure non si può negare che qualche fondamento scientifico ci sia. Diversi studiosi hanno condotto ricerche in merito alla questione. Daniel Chamovitz, biologo dell’Università di Tel Aviv circa 20 anni fa durante una ricerca scoprì che nel nostro patrimonio genetico abbiamo alcuni geni esistenti nelle piante. Altri studiosi svizzeri nel 2010 hanno confermato questa teoria alla fine delle loro ricerche è risultato che anche in alcune alghe si sono conservati geni che sono risultati intatti fino all’ Homo sapiens. Se le piante risultano essere imparentate con l’uomo è normale che le domande da porci sono tante. Fin dove dunque si spingano le affinità dovute a questa parentela? Daniel Chamovitz ci offre la risposta nel libro Quel che una pianta sa: guida ai sensi nel mondo vegetale (Raffaello Cortina, 180 pagine, 18 euro). Ebbene: le piante vedono, annusano, toccano, comunicano e odono, Basti pensare alle piante carnivore che si chiudono al tatto, alla ricerca continua della luce che la pianta esercita costantemente. Spesso nella scienza le scoperte si fanno togliendo uno dei fattori normalmente presenti. All’origine di queste scoperte, la luce gioca un ruolo fondamentale. Un geofisico e astronomo francese ottenne nel 1729, il suo risultato scientifico più importante. Egli pensò di togliere la luce del Sole. Aveva osservato che una pianta, la Mimosa pudica, al tramonto chiude le sue foglie e al mattino le riapre. Per capire meglio il fenomeno mise piantine di Mimosa pudica in grosse scatole. Scoperchiando le scatole all’alba e dopo il tramonto ebbe una sorpresa: le foglie continuavano ad aprirsi e a chiudersi regolarmente alla solita ora. Le piantine non «vedevano» la luce del Sole, ma rispondevano a una specie di orologio interno. Un orologio biologico.